In questi ultimi giorni, ci sono stati momenti in cui ho ceduto anch’io alla frustrazione e alla rabbia. Sentivo come se la mia libertà fosse stata limitata da un male oscuro e incomprensibile.
Alternavo momenti in cui volevo essere aggiornata ora per ora, a momenti in cui volevo solo chiudere occhi e orecchie sul mondo esterno.
Poi è arrivata l’impotenza, pensando di non poter davvero far nulla per contrastare la situazione, di esser isolata, di non saper come organizzare le mie giornate.
Come persona, sto facendo appello alle mie risorse interne, a ciò che in qualunque circostanza della vita posso utilizzare e mettere in campo perchè non dipende dalle circostanze esterne ma arriva da dentro di me, dalla mia gioia di vivere.
Come operatrice shiatsu, non ho potuto esser d’aiuto come mi sarebbe piaciuto. Lo Shiatsu senza contatto fisico non è shiatsu. Ma non smetto di pensare che sia come persona che come operatrice posso esser comunque d’aiuto, che posso fare qualcosa di buono in primis per me stessa e poi anche per chi mi è caro, chi mi legge, chi mi conosce.
Sono state annullate diverse attività a cui volevo partecipare, corsi e mini viaggi che portavano entusiasmo e felicità nella mia vita. Anche eventuali trattamenti o visite a domicilio programmate.
Ma mi sono resa conto che tuttosommato la mia routine non è cambiata molto, mi sono riorganizzata con ciò che mi piace fare di solito.
Mi sono però immedesimata in quelle persone che vivono sole, magari anziane, che ora si sentono isolate, impaurite e non sanno bene come passare il tempo in casa. Ho pensato a quei fidanzati che, dopo aver sognato, organizzato e pianificato il loro giorno più bello, ora si sentono frustrati e arrabbiati perchè dovranno annullare o posticipare l’evento. Ho immaginato gli educatori e tutti quei professionisti che basano il loro lavoro a stretto contatto con gli altri, ora si sentono di dover ripiegare su mezzi tecnologici quali skype e videochiamate che però tolgono moltissimo della sensibilità e del tocco umano che li contraddistingue. Ho pensato a quei genitori che ogni giorno cercano come ricostruire al meglio una nuova routine per loro stessi e i loro figli.
In tutto ciò il mio cuore è triste. Sento continuamente direttive su ciò che NON bisogna fare, su ciò che bisogna rispettare, su ciò che di malato e pericoloso sta dilagando.
Ma pochissime sono quelle persone, soprattutto professionisti del benessere, che cercano di infondere supporto e coraggio.
Tutto ciò a cui non stiamo pensando è cosa invece POSSIAMO fare, nei confronti di noi stessi ma anche degli altri.
Ho letto oggi un post di un collega che diceva: “Per rispetto di tutti, stiamo a casa”.
Ecco io avrei voluto aggiungere: “ma non smettiamo di vivere!”
Posso solo immaginare quanta paura e angoscia possano provare tutti quegli operatori sanitari e personale medico che in questi momenti cercano in tutti i modi di portare cure e sollievo ai malati. Difficilmente riescono a vedere uno spiraglio di luce, difficilmente riescono a sperare che arriverà una tregua, una soluzione.
Quindi noi che, nonostante ci siamo visti limitare temporaneamente libertà di spostamento e di divertimento, di celebrare festività e compleanni, di organizzarci in gruppi e corsi, possiamo fare la differenza scegliendo come reagire a questi giorni di improvviso cambiamento.
Il cambiamento non è mai facile, nè chiaro, nè sapremo mai con esattezza dove vorrà portarci.
Siamo convinti che non c’è nulla che possiamo fare oltre al preoccuparci, perchè ciò che facevamo nella nostra routine quotidiana fino all’altro ieri è stata interrotto e a volte brutalmente limitato.
Inutile continuare ad ossessionarsi con le stime dei morti, o con le notizie di rivolte, con le statistiche, con i talk show televisivi, con chi ha ragione e chi ha torto, con chi minimizza e chi esagera.
Quanto tempo stiamo dedicando alla paura, all’angoscia, al panico?
E quando invece a rivalutare il mondo che ci circonda?
Sì anche dentro casa, sì anche nel parchetto fronte strada che non abbiamo mai considerato.
Ogni giorno è prezioso, e non ci rendiamo conto in quale modo stiamo utilizzando questo tempo, che nessuno ci ridarà indietro.
Quando è stata l’ultima volta che hai cucinato dei biscotti assieme ai tuoi figli? Visto un tramonto dal balcone di casa tua? Passeggiato la sera osservando la luna piena? Cantato, disegnato, letto un libro? Riso con tua moglie o marito? Senza fretta, senza orari…
Ecco mi sento fortemente di consigliare a tutti la vicinanza emotiva e di esplorare la propria creatività.
Sono sicura che ognuno di noi saprà e vorrà trovare un modo nuovo, magari migliore, per esser comunque in contatto con chi ama e con chi ne ha bisogno.
Lo ricordo a me stessa, quanto a voi: ogni giorno coltiviamo la gioia di essere vivi.
Grazie.