Dolori cervicali, rigidità alla nuca, vertigini, sbandamenti.
Spesso, a questi sintomi si affiancano ansia, agitazione interna, emicranie ricorrenti.
A prima vista possono sembrare disturbi diversi, scollegati tra loro. In realtà, molto spesso, non è una coincidenza.
Il corpo non funziona a compartimenti stagni.
Ogni sintomo è parte di un sistema più ampio che coinvolge muscoli, respiro, sistema nervoso e stato emotivo.
Siamo abituate a pensare al dolore come qualcosa di locale:
– ho male al collo
– ho mal di testa
– soffro di ansia
E quindi cerchiamo una soluzione altrettanto locale.
Ma il corpo comunica in modo molto più complesso e intelligente.
Quando un’area va in sofferenza per troppo tempo, altre zone iniziano a compensare.
È così che nasce il circolo vizioso.
Un circuito che tende ad autoalimentarsi, soprattutto nei periodi di stress prolungato, cambiamenti ormonali, affaticamento emotivo.

Uno degli elementi centrali di questo intreccio è la respirazione.
Quando la zona cervicale è bloccata o ipercontratta, il respiro tende a diventare corto e superficiale.
Il torace si irrigidisce, il diaframma perde elasticità, l’aria non scende più in profondità.
E quando il respiro si irrigidisce, anche il sistema nervoso cambia assetto.
Il corpo entra in una sorta di modalità di sopravvivenza
– aumento della tensione
– maggiore vigilanza
– difficoltà a rilassarsi
– mente più reattiva e ansiosa
Dal punto di vista anatomico e neurofisiologico, questo collegamento è molto concreto.
Il nervo frenico, che origina proprio dalle vertebre cervicali, è responsabile del movimento del diaframma.
Se la zona cervicale è in sofferenza, anche la respirazione ne risente.
Il nervo vago, che passa dal collo, è uno dei principali regolatori del sistema nervoso autonomo.
Influenza:
-
il ritmo cardiaco
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la digestione
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la capacità di recupero dallo stress
Quando queste strutture sono in sovraccarico, il corpo perde il suo equilibrio naturale.
Le vertigini, gli sbandamenti, la sensazione di “testa piena” o di instabilità diventano segnali di un sistema che sta chiedendo aiuto.

A volte non è solo “ansia” o “cervicale”.
È il corpo che, da troppo tempo, vive in modalità sopravvivenza.
Il sistema nervoso, vero direttore d’orchestra del nostro organismo, può restare iper-attivo per mesi o anni.
Il respiro si accorcia, la nuca si irrigidisce, la mente corre senza sosta e il corpo fatica a trovare una vera quiete.
Non è un errore.
Non è colpa tua.
È un adattamento intelligente, un modo che il corpo ha trovato per proteggersi quando ha percepito troppo stress, troppo carico, troppo a lungo.
In questo equilibrio delicato, il nervo vago è una chiave spesso dimenticata.
Quando il sistema nervoso inizia a “sentirsi al sicuro”, qualcosa cambia in profondità.
Il respiro può tornare a scendere nel diaframma.
La digestione si fa più fluida.
Il sonno diventa realmente riposante.
Le tensioni croniche iniziano lentamente a sciogliersi.
È da qui che nasce una regolazione profonda:
il corpo smette di difendersi continuamente e può finalmente concedersi il rilassamento.
Molto spesso il corpo parla a bassa voce:
una rigidità persistente, un senso di instabilità, una stanchezza che non passa.
Se impariamo ad ascoltarlo in questa fase, possiamo interrompere il circolo vizioso prima che diventi più intenso.
Esistono pratiche dolci e rispettose, pensate proprio per chi convive con sintomi cronici, che aiutano a ristabilire dialogo tra corpo, respiro e sistema nervoso.
È il cuore del lavoro che porto avanti nei miei percorsi di Shiatsu e Medicina Cinese: accompagnare il corpo fuori dalla difesa e riportarlo, passo dopo passo, verso uno stato di maggiore equilibrio e presenza.
Se senti che queste parole ti risuonano, puoi iniziare da qui.

