Mai come l’inizio di un nuovo anno ci sprona a progettare, a fissare obiettivi, a stilare liste, e a delineare ciò che vogliamo diventare, nel lavoro, nelle relazioni, in palestra, nel tempo libero. Ci sentiamo motivati a pretendere che la migliore versione di noi stessi finalmente si palesi…o almeno di ciò che crediamo sia il meglio.
Ho ripensato alla mia vita di un anno fa, a ciò che avevo in mente di fare, ma che il vento del cambiamento e dell’imprevisto non mi ha permesso di concretizzare.
Mi sono detta che forse avrei dovuto avere più tenacia, più forza di volontà e rimanere fedele al piano originario.
Ma mi sono anche resa conto che forse quei piani, così perfettamente ragionati, non erano probabilmente così perfetti. Forse c’era altro che dovevo scoprire, altro che doveva venirmi a trovare per rendermi ciò che sono ora.
Che pianta sei?
Ieri Rita mi parlava del suo malessere, di una crisi psicologica che ha vissuto molti anni fa, e che da allora spesso sente arrivare l’ansia e la preoccupazione come un mantello. La avvolge stretta e lei non riesce a vedere nient’altro che ciò che la inquieta, che la angustia. Vorrebbe disfarsi di questo mantello che non la fa vivere serenamente, ma è rassegnata, sa che arriva e che prima o poi se ne va, lasciandola però tesa, nervosa, sfibrata.
E se l’ansia fosse il tentativo della tua pianta di gettar via l’idea che tu ti sei fatta della vita? Di te stessa, di modificare i tuoi schemi di pensiero, il tuo modo di considerare i rapporti, le relazioni?
Che pianta sei?
Farsi la domanda è fondamentale.
E altrettanto importante non darsi la risposta.
Se non stai facendo i tuoi fiori, i tuoi frutti, se stai lottando per affermare un progetto che hai scelto per te e questo progetto non corrisponde alla tua vera natura più intima…
Se stai interpretando un personaggio, se ti imponi di essere una determinata persona, con determinate caratteristiche, che deve raggiungere determinati obiettivi perchè crede sia giusto così…
Allora il dolore psichico, il dolore fisico arriva per darti la possibilità di fermarti.
Rallentare le tue elucubrazioni mentali, la tua fuga dal centro di te stesso.
Che pianta sei?
Alla nostra ghianda, al nostro seme
occorre parlare poco.
Siamo diventati un mondo di parole, di progetti, di obiettivi, di sempre più cose da fare, da condividere. Connessi per far vedere di essere all’altezza dell’immagine che abbiamo di noi stessi o di quella che gli altri hanno di noi.
Ma la nostra essenza, come le radici, ama la mente silenziosa, che non commenta, che non spiega, che non ragiona: una mente vuota
“Siamo semi antichi che sono diventati esseri umani.
Prendiamo strade sbagliate perché ci obblighiamo a guardare con lo stesso sguardo di tutti gli altri. ”
Raffaele Morelli
Per mesi ho ragionato sui perchè e i percome di certe ansie e mi sforzavo comunque di proseguire con ciò che avevo in mente: volevo rimanere ancorata a ciò che ritenevo essere le mie certezze, le mie basi, la mia vita.
Ero certa di sapere chi fossi…o forse no.
Tutto ciò mi creava disagio, sofferenza, un’insicurezza enorme.
Quando più tardi mi sono data la possibilità di “lasciar andare”, di poter essere diversa da come credevo, di considerare che il mio Sè interiore poteva avere altri progetti , non esattamente quelli che io avevo creato nella mia testa per anni, allora sono riemersa.
Sì perchè era come stare sott’acqua, trattenendo l’aria. Quel posto lo conoscevo, sapevo come nuotarci dentro, ma pian piano stavo soffocando senza rendermene conto.
Il disturbo proviene dalle parti più profonde di te stessa, esso nasce da te e a maggior ragione non dev’essere combattuto.
Non guarirai pensandoci su, ragionandoci su, ma semplicemente cercando il modo migliore per non opporti al disagio.
Lo Shiatsu che propongo vuole essere una pratica che permette questo ascolto gentile, che aiuta la tua mente poco a poco a silenziarsi, a non darsi continue risposte, giudizi, commenti su tutto.
“Lottava con tutte le sue forze contro la forza creativa che la abitava e che la stava facendo germogliare.
Combatteva come un nemico il centro di se stessa, l’aroma,
la fragranza, la bellezza della sua anima,
del suo modo unico di essere nel mondo.
Combatteva con tutte le sue forze
l’unica cosa che conta nella vita:
FIORIRE.“