“il lavoro non mi appaga e le relazioni sono sempre più difficili… in fondo so che avrei dovuto fare altre scelte”
G. arriva a dirmi questa frase dopo un po’ che ci vediamo in studio, qualcosa in lei spingeva per essere visto con onestà
Per G. tutto è cominciato con digestioni difficili, mal di testa, mancanza di energia, notti insonne che si alternavano, sparivano e ricominciavano
Le ho subito ricordato:
“NON SEI FATTA A COMPARTIMENTI STAGNI”
Ciò che il corpo sta cercando di dirti è collegato al tuo vissuto emotivo.
Scoprire il suo messaggio ti aiuterà anche nel trovare la soluzione.
Durante le sedute ciò che emerge costantemente è una frustrazione profonda, qualcosa sta limitando il libero fluire delle energie, la connessione con la sua parte più intima.
Ciò che più appare evidente è un disequilibrio fra
elemento Terra (Stomaco-Milza) ed elemento Acqua (Vescica-Reni)
Se senti che i tuoi ruoli sociali nel mondo prendono il sopravvento.
Se prendi decisioni spesso sulla base di “ciò che fai” invece di “ciò che sei”
Se giudichi il tuo valore solo sulla base di ciò che pensano gli altri, l’energia della Terra tenderà a dominare sull’energia dell’Acqua, portando disequilibrio e sintomi precisi.
I tuoi ruoli sociali e le tue responsabilità possono essere splendide opportunità che ti permettono di relazionarti con il mondo, prendere tutto ciò che c’è di buono e farlo tuo (digerirlo).
Ma possono diventare anche pesanti macigni che non riesci più a toglierti di dosso, e che si sostituiscono piano piano, senza che te ne accorgi, alla tua vera essenza.
Se è da troppo tempo che non ti fermi più a chiederti “chi sei” e “quale talento sei venuta a manifestare in questa vita” può darsi che tu abbia relegando sogni e passioni in un cassetto, facendo scelte opposte rispetto alla persona che sei ora.
Ma non è mai troppo tardi!
E’ stato proprio iniziando a chiedersi “che cosa mi piace davvero”, “che cosa voglio da una relazione”, che G. ha acquisito maggior consapevolezza e coraggio nel fare scelte diverse.
Piano piano anche i sintomi si sono fatti meno invadenti e ricorrenti.
Ora sapeva che ciò che le serviva davvero per guarire era ritrovare il suo EQUILIBRIO INTERIORE, riscoprendo e accettando chi era diventata dopo tanto tempo.
👉Ti sei mai sentita anche tu così?
Ti leggo nei commenti.
Se senti che è arrivato per te il momento di andare in profondità al tuo problema
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4 Commenti. Nuovo commento
Bell’articolo, profondo e per certi versi istruttivo. Grazie
https://test-eta-mentale-consapevolezza.it/
grazie a te per averlo letto!
Ciao, sono una donna di 38 anni e da un po’ sento di essere intrappolata in una vita che non mi appartiene.
Tutto é iniziato 2 anni fa, quando ho conosciuto il mio attuale compagno (un uomo divorziato e padre di 2 figli).
All’inizio era tutto perfetto, lui si era trasferito nella città in cui vivevo per stare con me e siamo andati a convivere a casa mia quasi da subito. Dopo un po’ però ha iniziato a lamentare il fatto che lavoravo troppo e non c’ero mai quando lui doveva tornare nel paesino di origine per stare con i suoi figli. Spesso quando tornavo a casa dopo una giornata estenuante di lavoro, piuttosto che accogliermi lui era sempre imbronciato e questo mi ha portata, dopo un anno e mezzo a decidere di lasciare il mio lavoro svolto per 12 anni.
Dopo le mie dimissioni passai circa 6 mesi a fare sali e scendi dalla mia città e il paese dei suoi figli anche per 3 volte a settimana. L’idea che non potevo stare in casa mia, nella mia tranquillità mi uccideva ogni giorno.
Sembrava fosse sufficiente questo sacrificio, ma a poco a poco inizió a lamentarsi del fatto che voleva comprare una casa in quel paesino in cui vivono i suoi figli per avere un punto d’appoggio quando andavamo lì. Ogni volta che apriva l’argomento, una sensazione come un pugno allo stomaco mi travolgeva. Non volevo lasciare casa mia. Peccato che dopo 6 mesi dalle mie dimissioni, lui comprò una villetta a dove ormai di può dire che ci siamo trasferiti. Io passo molto giorni a badare ai suoi figli e lui spesso mi lascia sola mentre io devo fare da mamma a loro due. Voglio bene ai bambini, ma non sono figli miei e credo non sia giusto che io abbia sacrificato tutto così. Il mio lavoro, la mia casa, il trasferimento in un paesino in cui non voglio vivere e, soprattutto, il dover fare da mamma senza aiuto a dei figli che non sono miei.
Ciao A., mi dispiace leggere che ti senti di vivere una vita che non vuoi, dove non ti senti libera di essere chi sei.
Putroppo quando siamo abituati sempre a sacrificare chi siamo, in favore dei bisogni e delle esigenze altrui, anche se sono dei famigliari, il percorso di vita diventa sempre più difficile e faticoso da percorrere.
Spero con tutto il cuore tu possa trovare la forza e il coraggio per cambiare ciò che non senti più tuo.
Ti abbraccio.