Continuiamo il nostro viaggio nelle “origini dello shiatsu“. Per chi si è perso la puntata precedente, trova il link a fine pagina.
Qualche anno dopo all’ufficializzazione dello Shiatsu in Giappone, il M° Shizuto Masunaga, psicologo e studioso di Medicina e Filosofia Cinese, diventa allievo di Namikoshi e insegnante nella sua scuola per diversi anni. Successivamente decide di fondare l’Istituto Yokai di Tokio, introducendo alcuni importanti concetti, indirizzati al miglioramento dell’utilizzo della tecnica per una più efficace azione curativa.
Il lavoro portato avanti da Masunaga, contribuì infatti a diffondere il naturale inserimento della tecnica Shiatsu, determinandone l’evoluzione verso un più elevato livello di consapevolezza. Si può parlare quindi di un ritorno alla tradizione di cura giapponese che considerava la salute dell’uomo non soltanto come problema fisiologico autonomo ma come squilibrio più generale nell’ambito dell’evoluzione personale, comprendente anche gli aspetti funzionali, energetici e psichici.
Riassumo qui sotto i punti fondamentali del suo stile:
1) MTC (Medicina Tradizionale Cinese) COME RIFERIMENTO FONDAMENTALE NELLO SHIATSU
2) METODO DI UTILIZZO DEI MERIDIANI ENERGETICI
3) ZONE DI VALUTAZIONE ENERGETICA
4) INTRODUZIONE PRESSIONE A DUE MANI SEPARATE (Mano madre – Mano figlia)
L’obiettivo di Masunaga era di far emergere la sensibilità dell’operatore durante l’esecuzione della pressione, “obbligando” lo shiatsuka ad un attento lavoro introspettivo e di ascolto profondo delle reazioni del ricevente. Quindi, una maggior qualità del contatto, avrebbe aiutato il ricevente ad avere una particolare sensazione di unità del suo corpo e di questo con la mente e lo spirito.
Quindi il metodo Shiatsu tradizionale, integrato da Masunaga, ha il notevole vantaggio di:
- elevare il rapporto tra l’operatore (Tori) ed il ricevente (Uke)
- sottolineare l’importanza della visione energetica che tiene conto della persona in senso globale
- dare importanza all’atteggiamento mentale dell’operatore ed il suo modo di proporsi, e persino all’ambiente in cui si svolge la seduta di trattamento Shiatsu, affinché il ricevente possa sentirsi accompagnato e sostenuto, non solo fisicamente ma anche psicologicamente, come persona con una sua precisa identità.
L’apporto del Maestro, in termini di evoluzione, è stato determinante per il successivo sviluppo del fenomeno Shiatsu oltre i confini del Giappone, arrivando in Thailandia, in America e in Europa.
In Italia, il caposcuola e precursore dello shiatsu fu Mario Vatrini. Fin da giovane praticò lo judo con passione fino a diventare Cintura nera nell’elenco del CONI. Successivamente iniziò lo studio dello shiatsu con Yuji Yahiro a Milano e nel 1977 decise di viaggiare fino a Tokyo, dove si diplomò nello shiatsu stile Iokai sotto la guida diretta e la supervisione del M° Masunaga.
Vatrini ha rivestito un ruolo propulsivo nell’evoluzione, e nella diffusione dello shiatsu italiano: primo presidente dell’Accademia Italiana Shiatsu Do nel ’85, fondatore dell’Hakusha nel ‘96 e primo presidente della Federazione Italiana Shiatsu nel ’90. Fu un vero ricercatore, non dava mai nulla per acquisito, ma cercava di allargare sempre di più la sua visione, prendendo sempre le distanze da tutte le organizzazioni e rivolgendo aspre critiche contro la commercializzazione delle scuole e la scolarizzazione di massa dello shiatsu.
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