Recentemente alcuni trambusti nella mia vita lavorativa mi hanno fatto riflettere su questa domanda.
Credo stia sparendo.
L’interesse delle persone sembra esser quello di voler segnalare un proprio status: io sono migliore di te e te lo sbatto in faccia.
Voglio farti vedere che sono più intelligente di te, che ti ho sgamato, che ti ho beccato nella tua imperfezione e quindi ti faccio sentire inferiore.
Mi accompagna l’amarezza mentre penso a questo nuovo sport nazionale, che dilaga soprattutto nei social: affermare la propria verità senza rispetto, senza gentilezza, senza riflettere che forse c’è pure la possibilità di aver torto.
Non c’è comunicazione.
Non stai mettendo in comune con me proprio nulla di buono.
Se mi metti con le spalle al muro e mi sputi in faccia, anche se hai ragione, anche se sei più dotato e capace di me, non cambierò la mia idea anzi crescerà una barriera enorme.
Dov’è finito l’ascolto gentile?
Saper comunicare significa prima di tutto saper ascoltare, ma – ahimè! -sembra una caratteristica in via d’estinzione. E faccio mea culpa per prima.
Se ti sto dicendo che sono il pavone più bello e con le piume più colorate, a cosa mi serve ascoltarti?
Non voglio parlarti, nè discutere, solo sbatterti in faccia chi sono io e quanto bravo/bello/buono sono.
Allora non lamentiamoci del mondo, degli altri. Se davvero vogliamo cambiare le cose su qualunque argomento, servono umiltà e apertura mentale. E cercare di trovare dei territori di intesa con le persone.
Dice Ryan Holiday “Siamo tutti nella stessa squadra, siamo tutti al servizio della specie“
E’ vero, siamo tutti imperfetti, tutti c’hanno i proprio problemi e siamo in qualche modo costretti a giocare nella stessa squadra.
Dov’è finita la consapevolezza del potere che le nostre azioni, gentili o meno, hanno di poter influenzare, assistere, offendere, mortificare gli altri?
Fortuna che esistono tecniche corporee come lo Shiatsu
Di nuovo, questa volta ricevendolo io da un’altra operatrice, ho avuto la conferma di quanto facilmente possiamo essere destabilizzati dagli eventi della nostra vita se non ci alleniamo ad ascoltarci, a “respirarci”, a fidarci del nostro intuito, ad accettare noi stessi e ciò che ci accade attorno.
Lo Shiatsu come aiuto, come sostegno, come pratica che dona una visione alternativa, che rinfranca, che incoraggia.