Quante volte ci capita di essere impazienti? Quante volte abbiamo sgridato i nostri bambini o ripreso i nostri colleghi perché volevano “tutto e subito”?
Spesso non ci rendiamo neppure conto di come la pazienza sfumi via al primo intoppo, al primo imprevisto, al primo ostacolo.
Inizialmente tutti partiamo con un programma, un piano mentale di come e quando le cose vogliamo che accadano. Diamo per scontato di avere il controllo sull’andamento di quelle cose, non ammettiamo che ci possano essere imprevisti o ritardi.
Poi accade inevitabilmente quello che non avevamo previsto e noi cadiamo nel caos.
Non solo, facciamo di tutto, smuoviamo mari e monti perché vogliamo che la soluzione arrivi subito.
C’è un detto che dice: “Se guardi la pentola, l’acqua non bolle mai”.
La pazienza è una virtù oramai dimenticata. Il mondo che ci circonda ci offre modalità di acquisto e spedizioni di prodotti e servizi talmente immediate (anche di domenica), ci offre quotidianamente soddisfazioni e divertimenti a portata di un clic, che ci siamo dimenticati di cosa significa aspettare.
La pazienza è ovviamente collegata alla possibilità di lasciar andare il controllo, cioè ammettere con se stessi non solo che quel controllo in realtà non l’abbiamo mai avuto, ma soprattutto che la soluzione sta proprio nel non-fare.
In Medicina cinese la capacitĂ di lasciar andare è connessa all’energia Metallo che, con i miei riceventi chiamo amichevolmente il “potatore di rami”, proprio per l’immagine evocativa dell’azione di togliere e lasciar cadere tutto ciò che è inutile e superfluo.
Cosa ci dice l’energia Metallo?
Solo avendo cura di lasciare spazio dentro di noi, “potando un po’ di rami secchi“, mollando la presa su alcune questioni per noi sofferenti (proprio quelle che ci fanno piĂą arrabbiare), potremmo vivere piĂą serenamente l’attesa e le meravigliose novitĂ che ti arriveranno.
Spesso l’azione di lasciar andare è vista come una debolezza, una rassegnazione, come lasciare che le cose peggiorino senza far nulla!
Probabilmente quando si tratta di aggiungere decine di cose da fare alla tua “to do list”, accettare qualsiasi incarico o richiesta di lavoro, essere in prima linea per risolvere i problemi degli altri sei sempre prontissimo, anche se in deficit di energia e sonno. Ma quando si tratta di delegare o di cambiare programma all’ultimo, vai in crisi.
Ti capisco! Ma il rovescio della medaglia è che questo tipo di comportamento ti porterà inevitabilmente da un lato a vivere costantemente in preda all’ansia del futuro, dall’altro a trattenere un’enorme quantità di energia mentale con relativa frustrazione e stanchezza cronica.
Come ti accorgi che la tua energia Metallo è in disequilibrio?
Potresti sentire la zona fra le vertebre lombari e sacrali tesa e calda, con difficoltĂ a piegare la schiena e/o con fitte anche lungo la gamba posteriore.
In concomitanza anche le tue spalle potrebbe essere dolenti con la sensazione di avere un macigno costante che pesa sopra.
Sintomi di intestino irritato, difficoltĂ ad evacuare, pancia gonfia, formicolii al pollice e medio sono ulteriori sintomi da osservare.
Non c’è bisogno di spiegare molto a parole, il tuo corpo sa esattamente cosa non va, quello che serve è saper interpretare chiaramente quali sono queste cose!
Come interrompere questo circolo vizioso di impazienza e iper-controllo?
Questo è un esercizio pratico che solitamente consiglio ai miei riceventi:
1-Parto dal respiro. Lo osservo, non lo cambio, non lo giudico. Semplicemente metto il “muto” all’esterno e alzo il volume al massimo all’interno di me.
2-Osservazione. Immagino nei minimi dettagli una situazione lavorativa, il dialogo con una persona, la scelta che voglio fare, la immagino come se la rivivessi. Stavolta però ho una marcia in piĂą, posso osservare come mi sento, dove mi “pesa” nel corpo.
3-Riconosco. Mi fido che la sensazione che ho sentito è vera. E’ vera per me punto. Lascio che quella sensazione abbia la possibilitĂ di mostrarsi.
4-Scrivo. Mentre rivivo quel momento arriveranno pensieri che giudicheranno le mie emozioni e vorranno farmi credere che, anche se mi sento “frustrato e dolorante”, devo continuare ad andare avanti così. Riconosco che sono solo pensieri mutevoli e non veritĂ assolute su me stesso.