Inizio questo articolo citando una frase diventata celebre del M° Masunaga, che per descrivere lo Shiatsu disse
è come l’abbraccio della madre al suo bambino
La prima volta che l’ho sentita dalla mia insegnante, mi sono immaginata un qualcosa di confortevole, di dolce, ma nello stesso momento di sicuro. La sensazione di potersi abbandonare senza temere nulla. Nei mesi successivi questo concetto ogni tanto tornava, soprattutto quando si trattava di consigliare e indirizzare noi allievi al tipo di pressione migliore, non solo efficace, ma che trasmettesse al ricevente questa sensazione che per Masunaga è l’essenza dello Shiatsu.
All’inizio non è stato facile comprendere che cosa volesse dire questa frase. Ho dovuto superare una barriera, che era più inconscia, più profonda. Entrare in relazione con qualcuno mai visto o sentito prima, cosa ha significato per me? Di norma ci si presenta, ci si stringe la mano e si chiacchiera del più e del meno…ma difficilmente c’è un contatto fisico e intimo, come quello fra Uke (ricevente) e Tori (shiatsuka).
Il tocco, questo sconosciuto. Il tatto è il sistema sensoriale più antico del corpo umano e quindi sta alla base della nostra esistenza. Ci mette in contatto con il mondo esterno e rende reali le nostre esperienze. Ma per me non era assolutamente così scontato. Avevo scoperto che non toccavo semplicemente il corpo dei miei Uke, ma entravo in una sfera intima, toccavo una parte della loro vita, del loro essere, del loro territorio. Da un punto di vista energetico, entro in contatto con tutto lo spettro delle loro vibrazioni energetiche, da quelle più basse del loro corpo fisico, fino alle vibrazioni più alte del loro livello spirituale.
Quindi non è strano che anche altre pratiche che usano il tocco come strumento terapeutico, possano creare cambiamenti significativi nel nostro corpo e di conseguenza nella nostra vita.
Quello di cui mi stavo accorgendo sempre di più è che durante il trattamento shiatsu, io c’ero al 100%. Non solo per l’impegno e la costanza, ma perché ero io che venivo “trasmessa”: la me stessa di quel momento, un’istantanea di chi ero. E viceversa. Sottilmente cominciavo a captare anche qualcosa da parte di Uke, una sensazione di lei/lui, del suo carattere magari, un qualcosa che mi stava comunicando attraverso le miei mani. Le mani come tramite tra le nostre due essenze.
E’ bellissimo. Mi dicevo “è come presentarsi per la prima volta, solo che non si usano le mani, gli occhi, la bocca per guardarsi e conoscersi, è un incontro più profondo e con meno filtri.” Ed è disarmante. Perché ti rendi conto che la persona si rilassa al tuo tocco, ma anche che tu stesso vieni sostenuto e accolto dal suo abbandonarsi a te.
“Il cuore dello Shiatsu è come il puro affetto materno, la pressione delle mani fa scorrere le sorgenti della vita.”
M° Tokujiro Namikoshi
All’inizio mi sentivo un po’ rigida, il tocco era meccanico, volto a fare solo le pressioni studiate. Quando attraverso la pratica di mobilità articolare, l’istruttrice ci faceva notare che potevamo anche aiutare la persona ad accomodarsi meglio a terra, ad entrare nello stato migliore per ricevere (es. stendere le gambe, accompagnare le braccia, ect) sono caduta come un pero!
Significava volersi veramente “prendere cura” dell’altra persona. In pratica, avevo scovato che esisteva un muro, eretto tra me e gli altri, e non sapevo ci fosse. Me lo immagino così: un muro con mattoni rossi e vecchi, ma quasi del tutto nascosto da edere, gelsomini e vegetazione spontanea. Quindi difficile da vedere, ma una volta che ci sbatti contro, non puoi più far finta che non esista. Soprattutto se non ti permette di andare al di là.
Esteriormente non mi sembrava, mi veniva facile entrare in relazione con gli altri ed esprimermi, ma qui si parlava di un altro livello di relazione. Avrei dovuto trovare ciò che mi aveva spinto ad erigere quella barriera e trovare il modo di fare breccia.
“La ricerca ha dimostrato che gli organismi viventi hanno dei campi elettromagnetici intorno al loro corpo e che noi emettiamo vibrazioni elettromagnetiche attraverso le nostre mani, il nostro cuore e il nostro cervello; queste vibrazioni elettromagnetiche interagiscono sia con i tessuti del corpo sia con il campo energetico degli essere umani” (tratto da “Energy Medicine -The Scientific Basis” di James L. Oschman)
E ancora, un altro studio dice: “un campo biomagnetico straordinariamente ampio emana dalle mani da coloro che praticano varie tecniche di guarigione e di arti marziali, compreso il QiGong, lo Yoga, la meditazione“
Quindi tradotto, quando mi appoggio sul corpo dei miei riceventi, li tratto non solo con le mie mani, ma inevitabilmente con le vibrazioni biomagnetiche che il mio corpo emana; perciò il tocco ttrasmetterà tutto ciò che in quel momento io penso e provo, che sia compassione, amore, accettazione, rispetto, fiducia.
Non siamo più interessati da ciò che non va nei nostri riceventi, ma vogliamo invece entrare in contatto con ciò che va bene, con la loro forza, con il loro potere, con le loro possibilità. Attraverso il nostro tocco ricordiamo ai nostri riceventi le loro potenzialità, li aiutiamo a ricordare chi sono, quali sono I loro diritti per nascita. E se i nostri riceventi possono riconoscere e recuperare la loro forza, allora essi possono diventare i maestri e co-creatori della loro vita.
“The Human Potential” di Pauline Sasaki