Spesso sento dire dalle donne che incontro che “sono in crisi” con il compagno, con il lavoro, con i figli, che c’è sempre qualcosa che non va.
Una frase che spesso ingloba un malessere generale, molto patito ma incomprensibile, peggio di sbrogliare una matassa.
Ma a cosa servono queste crisi?
Perchè sembrano che ritornino come boomerang?
Servono ad evitare che i modelli di idealizzazione e di perfezione che ci siamo imposte riprendano il soppravvento.
Ogni donna ha dentro di sé
una “santa” e una “peccatrice”
Ogni donna è un luogo di istinti e di convenzioni e se vincono queste ultime, le donne perdono la possibilità di riconoscere la propria anima.
Proprio nel mese di gennaio, con l’inizio del nuovo anno, noi donne veniamo martellate da messaggi mirati alla crescita personale, al miglioramento continuo, al tracciare nuovi obiettivi per essere sicure di raggiungerli tutti.
Ma la voglia di migliorarci da cosa è dettata?
Forse si nasconde la paura, vogliamo perfezionarci per assomigliare a chi? Forse ad un’idea che ci siamo fatte di noi stesse, di come dovrebbero essere le nostre relazioni, di come dovrebbe essere il lavoro, di come la vita dovrebbe essere.
A volte succede che ci sia qualcuno che ti fa intendere che nella tua vita non hai fatto nulla di importante, oppure ti critica per non aver realizzato ciò che secondo lui/lei è importante davvero.
Non dargli retta.
Ripenso a ciò che ho studiato attraverso lo Shiatsu, fortemente influenzato dalla Medicina Tradizionale Cinese e dalla filosofia taoista.
Per gli Antichi Cinesi, l’osservazione della natura era un’esigenza primaria per conoscere le leggi che regolano l’Universo nel suo dinamico divenire.
Osservavano come i fiumi, gli alberi, gli esseri viventi si armonizzassero con il restante ambiente, in un continuo ciclo.
Così come una pianta espleta la propria natura, raccoglie la luce, l’acqua, il nutrimento dove può e non ha l’aspirazione di essere diversa da ciò che è, così anche noi, al di sotto di come appariamo alla nostra coscienza, di ciò che crediamo essere, un’intera vita si svolge, un intero organismo pulsa incessantemente.
La pianta che siamo
sta facendo la sua parte
Per noi “occidentali” è più difficile comprendere il pensiero cinese, perchè siamo abituati al cercare un “perchè” a tutto, alla legge di causa-effetto, al controllo.
Non pensiamo mai che
tutte le nostre risorse sono dentro di noi
e che si tratta solo di estrarle.
Nessuno ti chiede di scegliere tra la parte “buona” e la parte “cattiva”, anzi la scelta di una delle due creerà conflitto. Non sei qui per correggere, per giudicare, ma per osservare la presenza di pensieri contrapposti: ciò che credi debba essere escluso o rimosso, nel tuo profondo può abitare accanto al suo opposto.
“La Vita trova senza cercare, inventa tutto prima delle parti, è contemporaneamente fine e mezzo, immediata e semplice, inafferrabile per la riflessione, raggiungibile con la contemplazione.”
Pierre Hadot
La coscienza umana vive sdoppiata, in diverse facce tante quante sono i nostri ruoli, ed è continuamente impegnata a calcolare e a progettare.
Essa crede che non sia possibile trovare se non dopo aver cercato, (vedi il detto “chi cerca trova“) che non si possa costruire se non dopo aver assemblato i pezzi, che non si possa raggiungere un obiettivo se non sfruttandone i mezzi.
Le crisi ci ricordano che l’arte di stare con sé stessi è
l’arte di accettare le contraddizioni così come sono,
di osservare la loro apparente opposizione.