Tra liste dei “buoni propositi” (uguali tutti gli anni), liste degli obiettivi da raggiungere per il nuovo anno (molto creativa e poco concreta), ciò che è rimasto (anche per il 2020) è la lista di alcune “certezze” (ringrazio Selene che con questa parola ha reso davvero l’dea).
Numero 1: La realtà e la mia mente non vanno d’accordo sul TEMPO che ci vuole a fare le cose.
Per la mia mente tutto procede piuttosto semplice e spedito: tutto s’incastra alla perfezione, nessuna stanchezza, una WonderWoman in kimono. Poi, realisticamente ci metto il doppio, a volte il triplo, di quello che credevo. Non ho spiegazioni e nemmeno teorie a riguardo: ho solo capito che non sono realistica sul tempo. C’est la Vie.
“Tra la nostra mente e la realtà vince sempre la realtà:
tanto vale cedere prima.”
Nicoletta Cinotti
Numero 2: tendo a considerare facilmente i fatti della vita come OSTACOLI, soprattutto quelli che mi impediscono di rispettare la mia tabella di marcia. Anche se riconosco che alla fine sono semplici e inevitabili fatti della vita e che meno ci ragiono, più velocemente si risolvono.
Numero 3: Più cose ho da fare e più ne perdo per strada.
L’illusione di arrivare a fare tutto deriva dell’idea che l’importante sia NON VIVERE, non assaporare ciò che faccio, ma spuntare le mie liste di ciò che manca da fare.
Accettare di ESISTERE invece comporta il bisogno di periodi di vuoto e riposo. Il bisogno di scrivere per me stessa e nessun’altro. Il bisogno di attardarmi a passeggiare fuori casa e guardare le stelle, anche se dovrei rientrare. Il bisogno di stare da sola, non sentire nessuno, non vedere nessuno. Il bisogno di appisolarmi sul divano, senza sensi di colpa per aver sprecato tempo.
Ciò che mi manca da fare è:
Accettare di esistere così come sono.