Qualche giorno fa, dopo un trattamento Shiatsu, Alberto si confida, mi dice che solo con lo Shiatsu riesce a “staccare” la spina.
Da qualche mese si sente più stanco, comunque dorme tutta la notte senza interruzioni, anzi se potesse dormirebbe pure di più. Ma fa fatica a svegliarsi quasi, è stanco di essere occupato con tanti impegni e di non aver sufficiente energie da dedicare a ciò che gli piace fare nel “dopo-lavoro”.
“Magari fosse stanchezza fisica, quella passa con una buona dormita. E’ l’essere sempre occupati, qui nella testa, che mi dà fastidio. Vorrei essere più sereno“.
Oggi mentre ripensavo all’ultima frase, mi sono resa conto di due aspetti molto importanti della nostra vista che spesso trascuriamo.
Il primo aspetto riguarda la ciclicità delle stagioni e quindi anche delle nostre energie.
Non vogliamo ammetterlo, ma siamo interdipendenti con la Natura e, l’inverno non è esattamente il momento migliore per prendersi impegni e e responsabilità infinite.
Guardatevi attorno, tutto rallenta e riposa: poche ore di luce, temperature più basse, gli alberi sono spogli e pochissimi sono i frutti della terra.
Gli Antichi Cinesi lo sapevano molto bene e lo tramandano da migliaia di anni: l’inverno è per eccellenza la stagione Yin, dove l’energia della Natura e quindi anche quella dell’Uomo sembra quasi fermarsi, tende all’interno, al riposo, al ripristino delle energie per affrontare al meglio la stagione successiva: la primavera.
I tre mesi dell’inverno si chiamano “chiudere e tesaurizzare”. L’acqua gela, la terra si screpola. Nulla apporta Yang. Si va a dormire presto, e ci si sveglia più tardi. Bisogna organizzare le nostre attività seguendo la luce del sole.
– Huangdi Neijing Suwen –
Arriviamo al secondo aspetto:
cosa significa riposarsi?
Il punto non è la stanchezza, ma il sentirsi sempre occupati da pensieri, attività, micro e macro impegni che sono legati al lavoro, alla famiglia, allo sport, agli amici. Magari sto per iniziare una vacanza, un weekend lungo, e mi chiedo: riuscirò a riposarmi? nel senso di staccare davvero dai pensieri legati al lavoro e alla quotidianità?
Da alcuni anni per esempio ho deciso consapevolmente di ritagliarmi delle mezze giornate dove stacco le reti del telefono oppure lo spengo e non prendo alcun impegno, se non con me stessa.
Se invece sono in vacanza, cerco di limitare gli accessi a due/tre al giorno, godendomi il più possibile il luogo prescelto e le persone che mi accompagnano.
La sensazione di essere occupati non è tanto legata alle richieste esterne: sono le richieste interne che ci consumano le energie. A volte sono richieste spinte dall’ansia, dall’ambizione, dalla motivazione a fare sempre meglio, oppure semplicemente dal fatto che abbiamo paura di quello che potrebbe accadere se staccassimo davvero, se smettessimo di controllare quello che sta accadendo nel mondo, sui social, nelle mail.
Abbiamo paura che ci sia troppo silenzio?
Paura di stare soli con noi stessi?
A volte mi rendo conto che provo una specie di senso di colpa se non faccio nulla di inerente al mio lavoro o a ciò che promuove i miei hobby e le mie passioni.
Mi sento in dovere ad essere informata, ad essere preparata…quindi ad essere occupata.
“Essere occupati è una specie di ancoraggio al nostro diritto di esistere, una specie di assicurazione contro il senso di vuoto.”
– Nicoletta Cinotti –
Lo sentite quel vuoto, quell‘inquietudine del non essere avezzi al “dolce-far-niente”?
Purtroppo quel turbamento ci spinge nuovamente ad essere occcupati, a cercare qualcos’altro da fare, che ci impegni e non ci angosci.
Prendete seriamente questa sensazione: la vita non può essere priva di significato e quando affiora questa sensazione la copriamo occupandoci.
In quel momento, se rimaniamo un po’ sospesi in quell’inquietudine, possono affiorare le nostre ispirazioni. Anzi le nostre ispirazioni stanno dietro a quell’inquietudine, possiamo guardare le cose in prospettiva.
Se la nostra mente è sempre occupata, quando possiamo permetterci di ricostruire le nostre difese naturali?
Il vero riposo arriva quando la mente è sgombra:
una buona ragione per andare davvero in vacanza
E’ anche per questa ragione che lo Shiatsu è così benefico: stiamo fermi e osserviamo quello che accade attraverso il nostro corpo, attraverso le pressioni, quello che sta anche nella nostra mente, senza passare all’azione.
Un ozio consapevole dei nostri movimenti interiori ci permette di andare in profondità. E’ lì che nasce il riposo che ci rianima, ci rinvigorisce.